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giovedì 3 gennaio 2013

Le parole dei politici

 Forse non lo sapete ma il filosofo Marx aveva scritto "Tutti gli uomini sono fratelli" ma lo sostituì con lo slogan divenuto famoso "Proletari di tutto il mondo unitevi", perché spiegò "C'è una quantità di uomini dei quali non tengo minimamente ad essere fratello".  

Come lo capisco, neppure io tengo affatto ad essere minimamente affratellata a certe persone del nostro mondo politico, a dire il vero a nessuno di loro vorrei esserlo.  La repulsione oltre che ideologica per taluni soggetti rasenta la repulsione fisica, arriva al ribrezzo.

Diceva Catullo "Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere nec scire, utrum sis albus an ater homo."    che più o meno in  italiano è: "Non me ne frega, Cesare, voler piacere a te , né sapere sei uomo bianco o altro ( che razza di uomo sei)."
Neppure io sono, in alcun modo, interessata a piacere o compiacere nessuno dei nostri politici, non ritengo nessuno di loro degno di un'attenzione più approfondita."

A parte il fatto che hanno fatto del popolo Italiano il loro "portafoglio" privato, ma taluni rasentano quasi l'ignoranza e fanno sfoggio di una arroganza verbale saccente e vuota di significati, usando paroloni tecnici di cui, essi stessi perlopiù, ignorano il significato. Infatti ,per indicare, il linguaggio non proprio chiaro dei politici è  stato "coniato" il  termine politichese, praticamente un linguaggi a sé.
E si riempiono la bocca di parole che ci vomitano addosso nell'intento di carpire il nostro voto per sé, ma sono solo parole, parole e basta perché non sono più supportate da nessuna ideologia,parole per profitto,
per un tornaconto personale. Parole vuote.

" Certe parole sembrano possedere un potere magico formidabile.Migliaia di uomini si son fatti uccidere per parole di cui non hanno mai compreso il significato, e spesso anche per parole che non hanno nessun significato." Gustave Le Bon  ( Aforismi dei tempi presenti )

Speriamo che gli Italiani non cadano nella trappola delle parole dei politici.



1 commento:

  1. Non ricordo dove ho letto una cosa interessantissima sull'argomento.. forse un libro di Carofiglio, oppure una monografia di Micromega.. In sostanza il senso era che la nostra bellissima lingua è da tempo violentata e vilipesa ad uso e consumo di tanti cialtroni, che poi dovremmo chiamare onorevoli. Penso ad esempio all'espressione idiota "scendo in campo". A cui non siamo stati capaci di controbattere nulla di serio, se non i recenti salgo, entro, e stronzate alla bisogna. Ecco, forse tornare ad una lingua consona allo scopo della comunicazione, potrebbe essere un primo piccolo passo.

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