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domenica 19 gennaio 2014

Oggi vi propongo un bellissimo articolo tratto da  http://www.andartblog.com ; ovviamente,dato che oggi "mi sono data all'arte", tratta di arte,digitale ma pur sempre arte.

L’infinito in una scatola

by  on  • 1:44 pm



"The Phoenix is closer than it appears"

Immersi in una stanza di infinite riflessioni, l’illusione di uno squarcio spazio-temporale ci proietta in un luogo dove una dimensione digitale si sovrappone alla realtà che conosciamo.
“The Phoenix is closer than it appears” è una grande installazione dell’artista tedesco Thilo Frank, esposta alMuseum of Modern Art in Aalborg, in Danimarca. Si presenta come una stanza posta all’interno di una sala. Un parallelepipedo dunque, ricoperto interamente da pannelli di specchio, che creano una sorta di illusione ottica grazie alla quale l’opera quasi si nasconde all’occhio umano, che la percepisce come proseguimento della stanza “contenitore” del museo. Il rivestimento in specchi nasconde anche la porta che permette di accedere al vivo dell’opera.
"The Phoenix is closer than it appears" opera vista dall'esterno
“The Phoenix is closer than it appears” opera vista dall’esterno

Varcata la soglia ci si trova proiettati in una dimensione insolita, dove spazio e tempo sembrano alterati e governati da leggi che non appartengono al nostro mondo. Lo spazio è dilatato, come per l’esterno, grazie all’uso degli specchi. Fasci di luce verde intenso percorrono l’intera lunghezza della stanza proiettandosi anche oltre, sulle superfici riflettenti che donano una piacevole e destabilizzante percezione d’infinito. Lo spettatore si trova immerso in un non-luogo, irreale quanto digitale, fatto di luce e illusione. Un’altalena al centro della stanza, invita lo spettatore a salire per dar luogo ad un movimento il cui scopo è quello di creare un “dialogo fisico interattivo” con l’opera. E’ proprio questo l’intento dell’artista: giocare con spazio, luce e movimento per donare visioni nuove in luoghi mai visti prima e regalare al fruitore delle esperienze sensoriali fuori dall’ambito del “conosciuto”.
Il risultato finale è quello di sentirsi quasi risucchiati da una dimensione parallela: una “Matrix”, intesa come“una sorta di cyberspazio o realtà simulata creata dalle macchine” (Wikipedia) come nel omonimo film del 1999, scritto e diretto dai fratelli Wachowski.
                                                             
Bello vero ? Un consiglio visitate il sito   http://www.andartblog.com  troverete articoli interessanti,simpatici curiosi e intellettualmente stimolanti. Un po' d'arte e un po' di cultura  non possono certo nuocere alla salute.

Se c'è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, di puro, di sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio dell'infinito e del vago che chiamano anima, questa è l'arte."
Gustave Flaubert, Memorie di un pazzo, 1838                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

                                                      

"Non c'è via più sicura per evadere dal mondo, che l'arte; ma non c'è legame più sicuro con esso che l'arte."
Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive, 1809

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